Convegno presidenti e assistenti nazionale di AC – Bologna 9-10 Settembre 2017

Il primo fine settimana di Settembre ho partecipato al convegno nazionale aperto a tutti i presidenti diocesani d’Italia, accompagnata dal vice responsabile del settore giovani, Giovanni Capponi. Non è il primo incontro nazionale a cui partecipo, ma il primo da presidente. Stavo rappresentando la mia diocesi e questo mi rendeva agitata, ma allo stesso tempo felice di far parte dell’AC.

L’assistente unitario, il Vescovo Gualtiero Sigismondi, ha aperto la giornata del sabato con una relazione molto dettagliata e approfondita sul tema del discernimento. Le sue parole mi hanno colpita molto e sono ancora vive dentro di me. Il Vescovo ha elencato i 10 punti fondamentali su come metterlo in pratica e viverlo come un’arte:

  1. Stimare gli altri superiori a se stessi gareggiando nel sopportarsi a vicenda nell’amore.
  2. Saper nutrire un po’ di diffidenza verso il proprio giudizio.
  3. Trovare soluzioni condivise cercando i punti di convergenza a partire da quelli di tangenza tendendo al massimo bene possibile e non al minimo indispensabile.
  4. Coniugare analisi e sintesi: “non basta utilizzare il telescopio ma anche il microscopio” perché il tutto è più importante della parte.
  5. Riconoscere che un’individuazione dei fini da sola non basta senza i mezzi concreti per raggiungerli.
  6. Avere memoria del futuro interpretando “i sogni degli anziani e le visioni dei giovani” senza cedere la Parola alla nostalgia e all’utopia perché entrambe soffocano la profezia.
  7. Avere l’umiltà di avviare processi a lunga scadenza senza lasciarsi superare dall’ossessione di raggiungere risultati immediati.
  8. Imparare a tendere l’orecchio alla Parola di Dio e a sentire il polso del tempo e della vita.
  9. Avere la serena consapevolezza che tutto concorre al bene.
  10. Tenere insieme dottrina e pastorale.

Anche Matteo Truffelli, Presidente nazionale di AC nella sua relazione ha fatto riferimento al discernimento dicendo che «La nostra storia ci insegna l’arte e l’importanza del discernimento, del discernimento comunitario: capire come essere AC oggi. L’AC deve porsi in ascolto della vita della propria realtà particolare per capire quali priorità assumere per il triennio, e attraverso quali modalità e quali scelte concrete lavorare per esse».

Credo fortemente che gli incontri nazionali siano sempre una bella ventata fresca in una giornata di sole, danno la possibilità di ascoltare e di ascoltarsi, di fermarsi per un attimo, prendersi un po’ di tempo e riflettere approfonditamente sulle nostre associazione, capire cosa possiamo fare: capire quindi quel “C’è di +” a cui la nostra associazione può arrivare. Come ha detto l’assistente unitario, dobbiamo tenere sempre “lo sguardo fisso su Gesù”, così riusciremo ad intraprendere il giusto cammino, nella nostra vita e nella nostra AC.

Vorrei che la nostra AC diocesana si impegni a far suo il decalogo dell’assistente unitario e le parole del Presidente nazionale con l’obiettivo di crescere nella collaborazione e nel confronto, attraverso quella che il Vescovo Sigismondi ha definito la fondamentale palestra del discernimento: LA FORMAZIONE.

Michela Tramonti, Presidente diocesano di AC

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